Dr. Guido Cerrato
Lโecografia dellโanca รจ da alcuni anni il naturale completamento della mano del pediatra o dellโortopedico. Si affianca alla visita, la completa e a volte la supera permettendo nei casi clinicamente silenti diagnosi di alterazioni anche minime che potrebbero evolvere in artrosi giovanile dellโanca o peggio ancora in lussazione congenita.
Risale al 1984 per merito del Prof. R. Graf di Stolzalpe (Insbruck) la prima classificazione della displasia dellโanca neonatale. Il metodo ha il merito di associare la morfologia dellโanca allโetร del piccolo paziente stabilendone limiti tra normale e patologico, prendendo in considerazione anche la normale evoluzione di unโarticolazione molto โplasticaโ nei primi mesi di vita.
Essenziale รจ quindi eseguire lโesame il piรน precocemente possibile per poter eventualmente instaurare le terapie in una fase in cui risultano particolarmente efficaci. Lโecografia permette di visualizzare oltre alla componente ossea anche quella cartilagineo-ialina e fibrosa che nel neonato costituisce la porzione maggiore dellโarticolazione stessa.
La radiografia veniva eseguita intorno al V mese in una fase tardiva anche ai fini terapeutici. Inutile sottolineare che lโesame ecografico non รจ dannoso, รจ di veloce esecuzione, รจ poco costoso e non espone a radiazioni ionizzanti, รจ ripetibile e permette eventuali prove dinamiche.
Lโesame รจ indicato in tutti i pazienti e in particolare in caso di familiaritร per displasia, gemellaritร , posizioni potenzialmente lussanti in utero o quando allโesame clinico siano presenti piede torto, asimmetria di abduzione, limitazione di adduzione o asimmetria delle pieghe glutee o di lunghezza delle cosce oltre, naturalmente, in casi di positivitร alle manovre ortopediche diagnostiche.
In era pre-ecografica risultavano patologiche 2-5/1000 anche; ecograficamente tale valore sale allโ11% degli esami eseguiti.
Per fortuna la maggior parte di questi valori vanno inquadrati nei primi stadi di Graf (2A-2B) non clinicamente e radiologicamente evidenziabili; tuttavia questi stadi evidenziano una condizione di normalitร che puรฒ evolvere in artrosi giovanile dโanca.
Gli stadi 2C e 2D potrebbero sfuggire alla clinica. Gli stadi 3 e 4 generalmente hanno riscontro clinico e corrispondono al suddetto 2-5/1000.