La mammografia 3D o tomosintesi mammaria, è un’indagine diagnostica fondamentale per la prevenzione del tumore al seno.
Si tratta di una radiografia della mammella, a basse dosi di radiazioni, ottenuta tramite un’apparecchiatura apposita, il mammografo. La metodica permette la valutazione in 3D, tramite l’acquisizione di una serie di immagini bidimensionali di strati sottili della mammella, ottenute variando l’angolazione del tubo a Raggi X. Le immagini così acquisite vengono poi rielaborate da un computer per creare una visione volumetrica della mammella. La mammografia tradizionale acquisisce invece solo immagini diagnostiche bidimensionali.
La tomosintesi individua con elevata accuratezza lesioni tumorali al seno anche molto piccole, migliorando la precisione delle diagnosi rispetto alla mammografia tradizionale: si riduce infatti l’effetto di sovrapposizione dei tessuti, caratteristico della mammografia 2D, offrendo come risultato immagini diagnostiche più accurate.
Durante l’esecuzione della tomosintesi mammaria il tecnico di radiologia posiziona la mammella sul piano del mammografo, comprimendola delicatamente come nell’esame tradizionale. La compressione del seno è necessaria per rendere più omogeneo il tessuto analizzato ed ottenere una visualizzazione migliore, conferendo una minor dose di radiazione. Il tubo a Raggi X del mammografo ruota, acquisendo da diverse angolazioni immagini stratificate della mammella, dello spessore di pochi millimetri.
In un esame standard vengono acquisite 4 proiezioni mammografiche, due per ogni mammella. Nel caso in cui si evidenzino anomalie potrebbe essere necessaria l’acquisizione di ulteriori immagini. La durata standard dell’esame è di 5 – 10 minuti.
La tomosintesi facilita inoltre la valutazione delle mammelle “dense”, ovvero quelle composte prevalentemente da tessuto ghiandolare rispetto a quello adiposo. La metodica diagnostica permette infatti lo studio della mammella ad immagini stratificate, riducendo l’effetto densità.
La mammografia 3D è un indagine consigliata alle donne con più di 40 anni e può essere eseguita sia come esame di controllo per individuare precocemente un cancro prima che questo si manifesti clinicamente, sia come esame diagnostico in presenza di sintomi.
Come per qualsiasi procedura medica, ed in particolare per gli esami che utilizzano radiazioni ionizzanti, è fondamentale la prescrizione del proprio medico, per indirizzare l’esame in relazione al quesito diagnostico.
La mammografia rimane l’esame principale per la diagnosi del tumore alla mammella. Non esistono esami alternativi, ma possono essere richiesti esami complementari come l’ecografia o la risonanza magnetica mammaria. L’esame può essere effettuato anche in presenza di protesi, è necessario però informare il tecnico radiologo che deve eseguire la mammografia.