La Risonanza Magnetica della mammella o Risonanza magnetica mammaria (RMM), è una tecnica diagnostica che non utilizza radiazioni ionizzanti per generare immagini, bensì un campo magnetico. Si applica a casi clinici selezionati, dopo che i pazienti hanno già eseguito una valutazione mammaria con ecografia o mammografia ed è stata posta l’indicazione all’approfondimento.
Durante lo svolgimento dell’esame la paziente viene fatta stendere su un lettino, in posizione prona, con le mammelle collocate all’interno di apposite “bobine” a forma di coppa, che permettono di rilevare il segnale di risonanza. Il lettino viene poi posizionato all’interno di un cilindro dentro cui si trova il magnete ad alta potenza, che permette l’acquisizione di immagini della mammella da diverse angolature.
Poiché l’intensità del campo magnetico utilizzato per l’approfondimento diagnostico è elevata, la presenza di protesi o dispositivi medici metallici all’interno del corpo del paziente costituisce una controindicazione all’esecuzione dell’esame.
La valutazione della ghiandola mammaria per il sospetto o la diagnosi di tumore viene effettuata somministrando alla paziente per via endovenosa un mezzo di contrasto (chelati del gadolinio), che amplifica il segnale di risonanza. Il contrasto viene poi smaltito nelle 24 ore successive tramite le vie urinarie. Proprio per questo la funzionalità renale della paziente vengono valutate prima dell’esecuzione dell’esame tramite la misura dei livelli di creatinina nel sangue e il mantenimento del digiuno per almeno 6 ore prima dell’esecuzione della risonanza.
In caso di soggetti allergici, il medico può eseguire una premedicazione per ridurre al minimo la probabilità di eventuali effetti indesiderati come conseguenza della somministrazione del contrasto.
La risonanza magnetica mammaria senza mezzo di contrasto viene riservata ai soli casi di studio protesico.
Esiste un intervallo ottimale per eseguire l’esame, compreso tra il 7° e il 14° giorno del ciclo mestruale. In questa fase, l’assetto ormonale è particolarmente favorevole per ridurre la presenza di risultati indeterminati e falsi positivi. Tuttavia, in alcuni casi, potrebbe essere necessario condurre una revisione ecografica mirata dei reperti dubbi, il cosiddetto “second look”.
Le attuali indicazioni alla Risonanza Magnetica Mammaria, in accordo con le linee guida e le raccomandazioni più recenti (EUSOMA 2010, Eusobi 2015, ACR 2018 rev 2023) sono le seguenti:
- Screening donne ad alto rischio
- Stadiazione preoperatoria
- Valutazione efficacia chemioterapia neoadiuvante
- Valutazione protesi mammarie (sia estetiche che ricostruttive)
- Carcinoma occulto della mammella
- Sospetta recidiva di malattia (se la biopsia non può essere effettuata)
- Rilievi discrepanti alla mammografia ed ecografia
- Secrezione patologica del capezzolo in assenza di anomalie mammo/ecografiche