Sindrome aritmica familiare.
Dr. Renato Rittatore
Tempo fa รจ stato dato ampio risalto, nelle pagine di cronaca cittadina del piรน diffuso quotidiano di Torino, ai risultati significativamente favorevoli ottenuti dalฤพรจquipe del dottor Gaita, primario della Divisione Cardiologia del Mauriziano, riguardo alฤพimpiego della chinidina nel trattamento di pazienti con la cosiddetta Sindrome del QT corto.
Va premesso innanzitutto che ฤพesistenza di questa anomalia (il QT corto, per ฤพappunto) รจ un merito esclusivo di questi medici e proprio il dottor Gaita ne diede la comunicazione nel corso del Convegno aritmologico da lui organizzato che, con cadenza biennale, richiama a Torino i nomi piรน prestigiosi della aritmologia mondiale.
Il termine QT indica la distanza, misurata in millisecondi sul tracciato elettrocardiografico, tra lโinizio dellโonda Q, che rappresenta la prima fase della depolarizzazione ventricolare, e la fine dellโonda T, espressione della ripolarizzazione dei ventricoli stessi.
P: depolarizzazione atriale
QRS: depolarizzazione ventricolare
T: ripolarizzazione ventricolare
PRR: periodo refrattario relativo, altrimenti detto periodo vulnerabile cardiaco, in quanto uno stimolo anomalo quale una banale extrasistole, se si manifesta in questo brevissimo intervallo, puรฒ scatenare aritmie minacciose per la vita, in particolare una fibrillazione ventricolare. Corrisponde a un brevissimo periodo di tempo, che sullโECG รจ situato in corrispondenza della branca discendente dellโonda T.
ร nota da tempo la Sindrome del QT lungo, geneticamente trasmessa in alcuni soggetti e che รจ fonte di morti cardiache improvvise dovute a fibrillazione ventricolare: un certo numero di morti improvvise del lattante appaiono in effetti imputabili a questo ed altri substrati aritmogenici e non certo al vetusto “rigurgito di latte” che non ha piรน alcun senso. Negli ultimi anni sono state scoperte e definite altre situazioni aritmogene potenzialmente letali, su base ereditaria, quali la Sindrome di Brugada (sindrome aritmica, caratterizzata da blocco di branca destra, associata ad un’alta incidenza di morte improvvisa secondaria a tachicardia ventricolare). In questo ultimo caso sono implicati i meccanismi di flusso ionico, nella fattispecie quelli del sodio, attraverso la membrana della fibrocellula cardiaca.
La sindrome del QT corto era sconosciuta in letteratura fino a qualche tempo fa; si tratta in altri termini di una sindrome familiare trasmessa con meccanismo autosomico dominante. ร sufficiente cioรจ la trasmissione del gene anomalo da parte di un solo genitore e si manifesta con cardiopalmo, sincopi o morte improvvisa, dovuta anche in questo caso a fibrillazione ventricolare. Da quanto esposto non dovrebbe essere difficile capirne la ragione: proprio ฤพestrema brevitร del tratto QT (inferiore ai 300 millisecondi, in pratica viene a mancare addirittura il tratto ST!) accorcia di fatto i periodi refrattari degli atri e dei ventricoli, con aumentata probabilitร che ฤพextrastimolo colga il cuore nel suo periodo vulnerabile, con le conseguenze di cui si รจ detto. Inoltre, anche col senno di poi, non stupisce il successo ottenuto con la chinidina, un farmaco antiaritmico giร ampiamente usato in altre situazioni che ha tra le sue caratteristiche elettrofisiologiche quella di allungare il QT, il che in certi casi puรฒ portare anchโesso alla fibrillazione ventricolare. Proprio per questa ragione il suo impiego era progressivamente diminuito rispetto ai farmaci recentemente sintetizzati, che presentano minori rischi in tal senso.
Non puรฒ quindi sfuggire ฤพimportanza delle conclusioni cui sono giunti il dottor Gaita e collaboratori riguardo a questo tipo di pazienti: ฤพimpiego della chinidina, associato o meno alฤพimpianto di un defibrillatore automatico (dispositivo che, impiantato in una piccola tasca sottocutanea del torace e collegato al cuore con elettrodi, รจ in grado di riconoscere ฤพinsorgenza di una fibrillazione ventricolare, erogando di conseguenza una scarica elettrica che ripristina il ritmo cardiaco normale) contribuisce a ridurre significativamente la morte improvvisa aritmica.