La termoablazione dei nodi tiroidei

Dr. Guido Cerrato

Da alcuni anni si sta diffondendo la pratica della termoablazione di nodi tiroidei benigni. ฤฝintervento si rivolge a patologie nodulari particolarmente voluminose o sintomatiche in pazienti non altrimenti operabili o che rifiutano ฤพintervento tradizionale.

Il vantaggio della metodica รจ la relativa semplicitร  di esecuzione, i costi ridotti (in assoluto ed in particolare nei confronti di un intervento che richiede successivi giorni di degenza con i conseguenti costi),

ฤฝesecuzione avviene in anestesia locale, in regime di Day-Hospital, in assenza di particolari dolori nel post-intervento. I pazienti non subiscono una tiroidectomia e quasi mai necessitano di terapia ormonale sostitutiva negli anni successivi.

I risultati sono buoni o ottimi nel senso di successiva diminuizione o scomparsa dei sintomi. In caso di forzata ablazione parziale o di nodi veramente voluminosi ฤพntervento รจ ripetibile e, molto importante, i suoi esiti non creano aderenze che possano ostacolare un eventuale successivo intervento chirurgico tradizionale sulla tiroide o sul collo.

Sono necessari nel preoperatorio una serie di esami di routine e due agoaspirati del nodo con esito negativo per cellule atipiche. In anestesia locale, previo un ultimo esame ecografico che serve anche da guida per ฤพesecuzione della anestesia stessa e sempre sotto la costante guida ecografica si introduce nel nodo ฤพago di radiofrequenza collegato al generatore la cui potenza รจ regolata a seconda delle esigenze, del tipo e della struttura del nodo.

Sotto la costante guida ecografica ฤพago viene manualmente mosso nei settori del nodo eseguendo la termoablazione i cui risultati sono in tempo reale controllati ecograficamente La punta delฤพago deve essere costantemente visualizzata. ฤฝago provoca una necrosi colliquativa dei tessuti e conseguentemente una riduzione volumetrica del nodo. Nei risultati ottimali residua nella sede del nodo una cicatrice fibrosa ecograficamente ipoecogena, stellata. I disturbi soggettivi scompaiono o si riducono nettamente.

Nei mesi successivi vengono eseguite ecografie di controllo con ฤพimpiego del mezzo di contrasto ecografico al fine di evidenziare ฤพeventuale persistenza di tessuto nodale โ€œvitaleโ€.
I rischi delฤพintervento nelฤพimmediato sono scarsi: sanguinamento, ematomi, transitoria afonia, a volte dolore.
รˆ indubbio che il fatto stesso di introdurre un ago รจ potenziale causa di complicanze specie in un comparto โ€œdelicatoโ€ come il collo, ricco di vasi e di nervi anche piuttosto voluminosi.

ร‰ intuitivo che si devono evitare punture di strutture mobili e ancora di piรน il loro coinvolgimento nel processo termoablativo.

Scopo di questo lavoro รจ quello di valutare ecograficamente il decorso di importanti nervi che decorrono a stretto ridosso della tiroide, in particolare il vago e il nervo ricorrente. Risparmio al lettore la descrizione delฤพanatomia topografica dei due nervi (reperibile in qualunque testo specializzato). Nella descrizione classica il nervo vago proveniente dal cranio decorre lateralmente rispetto al complesso carotide comune e giugulare interna e il nervo ricorrente inferiore si localizza a livello della biforcazione delฤพarteria tiroidea inferiore e decorre in profonditร  rispetto al lobo tiroideo, generalmente a stretto ridosso della sua faccia profonda.

Sono stati valutati (da aprile a giugno) nยฐ152 Pazienti di ambo i sessi di etร  variabile tra 4 mesi e 80 anni. Gli esami sono stati eseguiti con ecografi ESAOTE (Mylab 25 e 70), HITACHI Logos. Le sonde impiegate sono quelle normalmente usate per ฤพesame standard tiroideo (lo studio รจ stato eseguito durante gli esami di routine) con frequenze variabili tra 8 e 18 mgHertz.

I Pazienti sono in decubito supino (come abitualmente) con collo per quanto possibile iperesteso e vengono eseguite le normali scansioni usate per lo studio della tiroide e del collo. ฤฝesame dei nervi prolunga di poco il normale tempo ฤesame e le scansioni abitualmente usate per valutare i livelli I II e III del collo sono le stesse che permettono la visualizzazione delle strutture nervose.

I nervi sono di solito meglio valutabili lungo il loro asse corto (scansioni trasversali) e ciรฒ vale in particolare per i nervi vaghi, mentre i nervi ricorrenti per il loro diametro esiguo vanno ricercati mediante scansioni longitudinali nelle sedi anatomicamente piรน abituali. ร‰ importante estendere la scansione sia cranialmente (livello I II) che caudalmente visualizzando, se possibile, ฤพorigine delle succlavie.

Importante non esercitare un’eccessiva pressione con la sonda per evitare conseguenti affastellamenti di strutture e la comparsa di artefatti.

Limiti
alฤพesecuzione delฤพesame sono gli stessi che ostacolano la valutazione della tiroide (brachitipi con collo corto), difficoltร  alฤพestensione del collo, presenza di cicatrici, obesitร  spiccata o eccessiva magrezza, gozzi voluminosi, plurinodulari).

Di solito, tuttavia, la visualizzazione dei nervi non comporta difficoltร .

Ovviamente si preferirร , se disponibili, impiegare sonde a frequenza la piรน elevata possibile (in rapporto con lo spessore dei tessuti e la profonditร  delle strutture in esame) considerata la nota miglior risoluzione tipica delle frequenze piรน elevate. I valori di guadagno andranno regolati “ad personam” di volta in volta.

Durante ฤพesame dei Pazienti esaminati non si รจ evidenziato alcun caso di decorso anomalo dei nervi ricorrenti ( sempre visualizzati a ridosso del polo inferiore dei lobi tiroidei); incostante la loro visualizzazione nel decorso paraesofageo e medialmente rispetto ai lobi tiroidei. Non sono stati visualizzati decorsi intraghiandolari o ricorrenti non ricorrenti.

La difficoltร  di esame del nervo รจ data dal suo calibro ridotto e dalla formazione di false immagini che mimano il nervo provocate dai vasi o dalla capsula tiroidea o dalle fasce muscolari.

Per quanto concerne il nervo vago si รจ osservata in una importante percentuale di casi (56 su 152) un anomalo decorso del nervo che (55 volte a sinistra e una volta a destra) si medializza rispetto alla giugulare interna e alla carotide comune ponendosi a contatto col lobo tiroideo (a volte strettamente a ridosso della capsula). In un caso il nervo vago sinistro giร  cranialmente rispetto alla tiroide appariva mediale rispetto ai vasi. Altre volte in 9 casi (su 152) la compressione esercitata da una tiroide ingrandita o da un nodo di struma ha allargato lo spazio tra vena giugulare interna e carotide comune avvicinando il tessuto tiroideo al nervo vago.

Non sono state visualizzate alcune anomalie morfologiche o strutturali dei nervi alฤพesame ecografico.

La presenza misconosciuta di rami nervosi a ridosso del parenchima tiroideo รจ causa di possibile rischio di puntura diretta in caso di agoaspirati per esami citoistologici (anche se la punta delฤพago dovrebbe essere sempre ben visibile sul monitor durante la manovra).

Nei casi di alcolizzazioni di cisti tiroidee il rischio di danno nervoso puรฒ avvenire oltre che per puntura diretta del nervo anche per diffusione delฤพetanolo nei tessuti perinervosi o nei casi limite รจ possibile unโ€™alcolizzazione del nervo stesso. Il rischio maggiore รจ quello di produrre un’ ustione del nervo durante manovre ablative (radiofrequenza o laser) qualora si insista in una ablazione eseguita con la punta delฤพago a stretto ridosso della capsula tiroidea senza visualizzare correttamente la posizione del nervo stesso.

Giร  adesso gli operatori si tengono prudenzialmente a distanza dal triangolo formato dal polo inferiore dei lobi tiroidei, dalla diramazione delฤพarteria tiroidea inferiore e la trachea ai fini di evitare danni al nervo ricorrente. Tuttavia in caso di manovre eseguite con vago a stretto ridosso della tiroide potrebbero avvenire lesioni ischemiche perineurali causate dalฤพedema o da compressione di ematomi.

Il suggerimento รจ quello di aggiungere di routine alฤพesame ecografico preoperatorio (o al limite anche alฤพesame eseguito nel corso dell’intervento termoablativo, al momento delฤพanestesia locale) un breve studio del decorso dei nervi vaghi da ambo i lati e in particolar modo a sinistra. Consigliabile anche estendere la scansione trasversale in direzione caudale per evidenziare-confermare la presenza delฤพarteria succlavia destra (o sinistra in caso di giร  noto quadro di situs viscerus inversus) ponendosi cosรฌ il dubbio (se non reperita) di malformazioni che possano suggerire la presenza di un ricorrente non ricorrente.

Se la tecnica fosse costantemente applicata, con un minimo prolungamento del tempo ฤesame si potrebbero probabilmente evitare spiacevoli complicazioni.

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Dr.
Guido Cerrato
Specializzazione in Chirurgia Generale
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